I DIRITTI DEI FOTOGRAFI

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figlia_piangeUno dei temi che preoccupa di piu’ chi fa foto naturali professionalmente o per piacere e’ quali siano i suoi diritti come fotografo e quando rischia multe, querele o galera.

In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Ogni Stato ha la sua legislazione, quindi, visto che molto spesso facciamo le nostre foto (professionali e personali) all’estero, prendiamo in considerazione le leggi internazionali di USA e Regno Unito, che sono chiare. Per maggiori informazioni potete andare sul sito di ACLU (American Civil Liberty Union), da cui la maggior parte del contenuto di questo articolo e’ tratto.

Quando in uno spazio pubblico, ognuno ha il diritto di fotografare tutto cio’ che e’ apertamente visibile.

In uno spazio privato il padrone del posto puo’ fissare delle regole. Se il fotografo trasgredisce a queste regole il proprietario puo’ farlo andare via, e se il fotografo rimane li’ puo’ essere arrestato per rimanere in una proprieta’ privata senza permesso.

In spazi a meta’ tra pubblico e privato, come ospedali e chiese, bisogna fare attenzione all’uso del flash, che sembra danneggi macchinari e dipinti, ed e’ bene rispettare l’intimita’ di persone in quel momento vulnerabili.

Fotografare bambini non e’ diverso dal fotografare adulti, e se le foto provengono da posti pubblici e non ledono la privacy o la dignita’ della persona si possono pubblicare senza bisogno di una liberatoria. Ci vorra’ una liberatoria, invece, nel momento in cui la pubblicazione della foto e’ direttamente collegata a un guadagno. Questo e’ cio’ che dice la legge. Tenete presente, pero’, che molti genitori sono permalosi e a volte bisogna avere molto tatto con loro.

Le forze dell’ordine non possono confiscare la macchina fotografica o chiedere di guardare le foto (neanche in caso di arresto), a meno che non abbiano un mandato o motivo sufficiente e in buona fede per credere che requisire la macchina fotografica o guardarne il contenuto possa salvare delle vite o prevenire la distruzione di prove. Le forze dell’ordine non possono in nessun caso cancellare le nostre foto. Possono chiedere a privati cittadini di smettere di fotografare quando si tratta di situazioni di pericolo o quando questo comportamento interferisce con le loro operazioni (anche se queste operazioni sono fatte in luoghi pubblici e sotto gli occhi di tutti).

Il diritto di fotografare non da’ diritto a infrangere leggi, per esempio entrando in proprieta’ private senza permesso.

In caso il fotografo venga fermato, la domanda da fare e’ “Sono libero di andarmene?”. In caso negativo si e’ detenuti, ed e’ una cosa che le forze dell’ordine non possono fare senza un legittimo sospetto di un crimine. Altrimenti, fino a quando non chiedete di andare, rimanere con le forze dell’ordine e’ considerato un atto volontario ed e’ legale.

Fotografare in aeroporto e’ spesso stato dibattuto e in passato era uno dei modi in cui lo Stato faceva pesare la sua forza. Ora si puo’ fotografare, a patto che questo non comprometta le operazioni di controllo e sicurezza, ma alcuni aeroporti non vogliono che si fotografino i monitor, anche se questo potrebbe non avere basi legali. Nel caso un responsabile della sicurezza proibisca di fotografare, bisognerebbe chiedergli qual e’ l’autorita’ che lo proibisce.

– Per quanto riguarda la proprieta’ intellettuale, il diritto d’autore garantisce un riconoscimento economico per un un’opera considerata dell’ingegno (fotografia, disegno, canzone, film, romanzo, articolo giornalistico etc.). Quindi ogni volta che una copia dell’opera viene venduta o guadagna, una piccola parte dovrebbe andare all’autore, a meno che non ci siano stati accordi diversi. In alcuni casi l’autore puo’ scegliere di distribuire la propria opera gratuitamente (per esempio scaricare gratis una canzone col permesso dell’autore, o un suo e-book) e in questo caso nulla gli e’ dovuto, ma chi usufruisce di quest’opera non la puo’ mettere a pagamento senza il consenso dell’autore o di chi ha i diritti sull’opera.

– I diritti di immagine si riferiscono soprattotto alle celebrita’ e all’uso del loro nome, del volto o di una somiglianza (sosia, per esempio) o tutto quello che puo’ essere riconducibile a loro. Un nome celebre puo’ attirare molti clienti ed e’ giusto che la celebrita’ guadagni dall’uso che si fa del suo nome. E’ anche giusto che la celebrita’ possa decidere quali prodotti o cause appoggiare e quali no.

Un caso emblematico e’ il modo in cui molti prodotti dimagranti usino la faccia o le parole del Dr. Oz per avere facile pubblicita’, mentre durante i suoi programmi lui ribadisce di non essere affiliato a nessuno di questi marchi, sconsiglia qualsiasi prodotto usi il suo nome e invita i propri spettatori a segnalare i siti che abusano della sua immagine per vendere, per farli chiudere.

Un altro caso interessante e’ italiano. Nel 2009 e’ uscita una miniserie prodotta da Sky sulla vita di Moana Pozzi in cui si intreccia la vita professionale di Ilona Staller (Cicciolina). Essendo Cicciolina un marchio registrato dalla stessa attrice all’ufficio brevetti rientra tecnicamente nella proprieta’ intellettuale. quindi la Staller ha fatto causa a Sky per 30 milioni di euro. Quindi e’ stato esercitato un diritto di immagine non su una persona, ma su un prodotto. A oggi, comunque, pare che la causa si sia risolta in un nulla di fatto.

Il diritto di personalita’, o diritto di pubblicita’, e’ il diritto di un individuo di controllare l’uso commerciale del suo nome, della sua immagine e tutti gli aspetti che lo identificano. E’ simile al diritto di immagine di cui abbiamo parlato sopra, ma ha una differenza fondamentale: non e’ considerato diritto di persona, ma di proprieta’, quindi sopravvive alla morte di una persona.
Pubblicita’ che usano personaggi che non ci sono piu’ devono comuinque fare riferimento a questo diritto e pagare per il permesso di usare, per esempio, filmati di repertorio per promuovere i propri prodotti. Questi diritti sull’immagine di vecchie star spesso appartengono a delle aziende e non ai familiari e gli eredi.

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